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L'impresa familiare: la sfida del passaggio di testimone


Che cosa sfida la forza e la resilienza delle imprese familiari?

 

L’impresa a conduzione familiare costituisce la vera e propria spina dorsale dell’attività economica italiana e potrei proprio dire, emiliano romagnola in particolare.


Due dati molto importanti per capirne la portata: rappresentano i 2/3 delle imprese italiane ed il 60% della produzione del PIL nazionale.

Numeri importanti.


Che cosa sfida la forza e la resilienza di queste imprese?

Il passaggio generazionale.

Una sorta di criptonite dell’azienda familiare.


Voglio chiarire cosa s’intende con passaggio generazionale, del quale si parla così tanto spesso.


Rappresenta la consegna del timone al successore designato.


No, non si tratta solo di gestire eventi infausti, ben s’intende, ma anche di agire quando il titolare, quello con la T maiuscola, è stanco, “l’è stoff” si dice a Bologna.


Infatti, potrebbe avere voglia di dedicarsi ad altro, spesso attività benefiche e di volontariato, oppure di avviare nuove imprese, c’è chi non può proprio farne a meno o ancora, per dedicarsi a tempo pieno al nipote sitter.


La fredda statistica ci dice però qualcosa di più.


Il passaggio di testimone è anche, molto spesso, causa di indebolimento della società: quasi il 30% delle imprese familiari non regge alla terza generazione. Un dato confermato da una recentissima ricerca della Russel Reynolds Associates.


Quale sfida aspetta l’impresa familiare? Dove potrebbe trovarsi l’antidoto?

Si tratta di apportare soluzioni innovative?

Neppure tanto.


La prima: competenze dall’esterno: molto difficile.

Il tessuto familiare spesso è puro Goretex. Impermeabilissimo.


La seconda: competenze che crescono dall’interno, in tre step:

1) iter scolastico coerente;

2) vero interesse nell’attività di famiglia;

3) la buona vecchia gavetta.


L’erede designato del mitico titolare deve dimostrare sul campo la stoffa di essere il nuovo perno aziendale, un moderno Atlante dell’impresa che possa raccogliere attorno a sè anche il consenso del personale aziendale.

Allora potrà essere in grado di garantire la sopravvivenza e si spera, la prosperità futura dell’impresa.




Alexio Fazzini





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