In una recente indagine Schroders Investment Management ha voluto scavare tra i timori che agitano i sonni degli investitori professionali intervistati nello scorso mese di marzo.
L’infografica che allego rappresenta quali sono i timori più o meno sentiti.
Vale però la pena parlare dei tre protagonisti:
In testa troviamo il rischio politico, riconducibile a due elementi:
elezioni europee di maggio;Brexit (dove la politica si mischia all’economia).
Al secondo posto il rischio di scarsa crescita.
Dato di fatto in Europa ed elemento strisciante a livello globale.
Al terzo posto (ma partendo da 0 solo a settembre scorso) di questa paurosa classifica troviamo: l’impatto del cambiamento climatico
Timore che a mio parere, può riguardare sia il modo nel quale gli eventi legati al clima possano danneggiare le aziende e di conseguenza rallentare l’economia, ma anche la modalità con la quale le imprese affrontano e si fanno carico di questo aspetto ed i risvolti di questo impegno (o mancato impegno) sul loro business.
Questi rischi penso che possano essere uniti da un filo conduttore e non mi sembra una grande strategia minimizzarne la portata.
Dal lato del risparmiatore, ritengo che una strategia utile sia quella di affrontarli con l’arma della diversificazione (da non confondere con la semplice differenziazione) e con un piano di investimento che dovrà partire dai personali obiettivi (anche e soprattutto temporali), pianificando da oggi, in modo preciso e con stile professionale, la creazione del proprio benessere futuro.
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